L’esecutivo vorrebbe creare un reato ad hoc. La base potrebbe essere il Ddl “anti-baby gang” voluto da Salvini.
Il governo guidato da Giorgia Meloni sta lavorando per implementare delle misure restrittive nei confronti degli youtuber, al fine di prevenire tragedie come quella verificatasi a Casal Palocco. Si sta valutando l’istituzione di un reato specifico per punire coloro che, indipendentemente dall’età, glorificano atti illegali o incitano alla violenza tramite video postati sui social network. Le pene previste vanno fino a 5 anni di reclusione. Questa misura trova un supporto legislativo nel disegno di legge “anti-baby gang”, sostenuto dalla Lega di Matteo Salvini.
Cosa prevede la normativa “anty-baby gang”
Secondo quanto riportato dal giornale Il Messaggero, la proposta di legge contro le baby gang è stata recentemente presentata alla Commissione Giustizia del Senato. Secondo le intenzioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, essa farà parte della Fase 2 della sua riforma che potrebbe essere approvata entro la fine del 2023.
Come ha spiegato il Sottosegretario del partito Lega, Andrea Ostellari, “il contrasto alla produzione e diffusione di video che esaltino condotte illegali è uno dei punti qualificanti” del Ddl. Questa proposta, infatti, si focalizza sull’emergente fenomeno dei minori che istigano la violenza o commettono reati attraverso i canali digitali.
Dopo la tragedia avvenuta a Casal Palocco, il governo lavora sull’estensione di questo reato. Esso potrebbe venir esteso “tutte le condotte illegali che vengano riprese e celebrate attraverso l’uso dei social, benché compiute da persone adulte, da cui ci si aspetterebbe una maturità che evidentemente non è scontata“.
È probabile che ci sia una nuova stretta sulle leggi che cambierebbe l’articolo 414 del codice penale, creando un nuovo tipo di reato. Questo reato sarebbe quello di istigazione alla delinquenza e di apologia tramite strumenti digitali. Ci sarebbero sanzioni penali che variano da uno a cinque anni, sia per i maggiorenni che per i minorenni.
Carlo Calenda, “situazione allarmante”
Inoltre, alla Camera dei Deputati è stata presentata una proposta di legge dal gruppo parlamentare di Azione-Italia Viva. Essa mira a regolamentare l’accesso a Facebook, Instagram, TikTok e altre piattaforme per chi ha meno di 13 anni. Inoltre, si avrebbe l’accesso solo con il consenso dei genitori per chi ha tra i 13 e i 15 anni. Secondo quanto spiegato dal leader di Azione, Carlo Calenda, tale proposta è stata presentata a causa della situazione molto allarmante.
“Le famiglie – ha sottolineato Calenda – sono lasciate sole in una condizione in cui di fatto c’è un far west. L’81% degli adolescenti è su Instagram, l’iscrizione ai social comincia da 11 anni, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. E gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell’alimentazione e del sonno, il cyberbullismo.“